martedì 26 gennaio 2010

Un pensiero sulla tragedia di Haiti


La tragedia piombata con forza disumana sulla popolazione di Haiti ha scosso le anime di molti.
Le immagini di disperazione e smarrimento che ci giungono dalla tv lasciano senza parole, ma una domanda continua a circolarmi nella testa. Chi sono i più fortunati? Chi è morto sotto le macerie o coloro che si sono salvati? I primi hanno vissuto attimi di terrore e senza neanche avere di tempo di capire cosa stesse succedendo hanno conosciuto la morte. Ma i secondi la vivono. La vivono cercando parenti e amici che non troveranno, la vivono soccorrendo i feriti, la vivono negli occhi di chi soffre come loro.
Ho letto molte richieste di famiglie italiane che vorrebbero prendere in affidamento dei bambini di Haiti, per sottrarli a questo momento di dolore inaudito. Le organizzazioni competenti purtroppo rispondono che ora le priorità sono altre, occorre prima capire se i bambini sono effettivamente rimasti orfani, se ci sono parenti vivi e in ogni caso bisogna anche valutare lo shock per un allontanamento improvviso.
Personalmente sono sempre d’accordo con le associazioni che promuovono aiuti “a distanza” e con le campagne volte ad aiutare i popoli dei paesi meno fortunati a sfruttare le proprie potenzialità, incentivando le diversità.
Ma in circostanze drammatiche e inaspettate come questa credo che il tempismo sia tutto. Non si possono sottoporre questi bambini al rischio di epidemie. Proprio oggi si legge della possibilità che si diffonda il tifo. Manca l’acqua, mancano i medici, mancano le strutture di accoglienza. E già si parla di tratta dei minori.
Allora non sarebbe il caso di ospitare questi bimbi in luoghi sicuri e vigilati, con psicologi qualificati e personale specializzato nell’educazione? E magari, nei casi di famiglie già testate e garantite da chi di competenza, pensare anche ad un periodo di affido?
Eppure di catastrofi di questo tipo, purtroppo, la nostra bella Terra ne ha già viste abbastanza nell’ultimo periodo, nel XXI secolo dovremmo avere tutti gli strumenti necessari per far fronte con velocità a queste tristi conseguenze…
A noi non resta altro da fare se non sostenere queste persone come possibile, con donazioni, sms o adozioni a distanza, che rappresentano comunque un valido aiuto verso la ricostruzione.

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