martedì 30 agosto 2011

Canta che ti passa...

Non c'è niente da fare... il romano ha qualcosa in più...
Avete mai passeggiato nel cuore di Roma, in qualche mercato, la mattina presto?
C'è chi canta, chi saluta, chi si spacca la schiena, chi inveisce contro qualcosa o qualcuno... ma tutto con una schiettezza che disarma... quasi sempre col sorriso sulle labbra...
Parlo dei romani doc, quelli di una volta, che amano fischiare, chiamarsi a vicenda a gran voce come se non ci fosse nessun'altro intorno, canzonarsi a vicenda e dire grandi verità senza mai prendersi troppo sul serio...
Quelli che quando vogliono catturare l'attenziondi di una ragazza per strada, alla fine riescono almeno a portarsi a casa un sorriso, grazie ai loro complimenti così fantasiosi e simpatici...
Quelli che, se ti gira perchè sei stato 2 ore nel traffico, ti fanno quasi passare l'arrabbiatura coi loro modi allegri e trasparenti.
Quelli che ti mandano tranquillamente a quel paese senza giranci troppo intorno, se esageri.
Perchè... quanno ce vò, ce vò!

venerdì 24 giugno 2011

Inizia il count down...

Fra qualche ora si parte. Il fine settimana che mi aspetta segnerà l'inizio del vero e proprio count down e spalancherà le finestre al clima... nuziale!
Forse ora alcune cose saranno più chiare, comprese le lunghe assenze dal blog!
In realtà mancano ancora più di tre mesi, ma qui già si comincia con le sorprese... Il primo addio al nubilato è top secret, so solo luogo e ora dell'appuntamento. Mi è stato detto di preparare una borsa con vestiti adatti sia al mare che alla montagna, per non svelare nulla fino all'ultimo minuto... Avete qualche idea??? Vi do alcuni indizi: siamo a Roma, staremo fuori solo fino a domenica, il costo del weekend è abbastanza contenuto e credo si partirà in macchina. Dove mi portano???

giovedì 23 giugno 2011

Toc toc!

C'è insofferenza fra noi giovani, un mormorio interno che ci pone sempre all'ascolto di qualcosa che non capiamo distintamente, ma che si fa sentire in ogni momento, in ogni situazione, bussando da dentro per uscire.
Sentiamo il bisogno di cambiamento, svolta, definizione...
Vogliamo trovare un dove, un come, un con chi, un perchè... Conosciamo solo il quanto: quanto ci costerebbe questa ricerca in termini di coraggio. Eh già, ce ne vuole tanto!
Lasciare il noto per l'ignoto, rinunciare agli affetti, perdere quelle abitudini che ci coccolano e ci danno forza, sono il prezzo che non tutti riusciamo a pagare per non sentire più quel mormorio.

giovedì 28 aprile 2011

Siamo tutti acrobati in equilibrio sul sottilissimo filo delle relazioni, impegnati a divincolarci fra sensazioni e punti di vista.

giovedì 31 marzo 2011

Si stava meglio quando si stava peggio...

Che il mondo del lavoro fosse duro, l'ho sempre saputo. Per carità, nessuno vuole che lo stipendio gli venga letteralmente regalato il 27 con un bel fiocco (o forse qualcuno si!), però ogni giorno che passa mi rendo conto di quanti ostacoli ci siano. E purtroppo si tratta di ostacoli mentali, nulla di oggettivo.
Non ci sono i soldi per quel progetto e occorre trovarli? Ok, ci si ingegna e si fa!
Dobbiamo convincere un cliente a collaborare con noi? Si studia la concorrenza e si riesce!
Ma quando i problemi sorgono all'interno della squadra... a quel punto non c'è forza di volontà che tenga.
Sono solo io che non conosco nessuno che possa definire sereno il proprio ambiente lavorativo? Eppure basterebbe così poco... un pò di collaborazione, un pò di lealtà, un pò di umiltà... e la motivazione, che forse verrebbe da sé.
Invece mi sembra che si spendano più energie a cercare di non farsi fregare dal vicino di scrivania o a rispondere con astuzia alla mail del capo che vuole addossarci una colpa non nostra che a fare davvero bene il lavoro per cui ci alziamo ogni mattina presto e torniamo distrutti a casa la sera. Che spreco!
Mi sembra non ci siano più persone in grado di fare il "capo". Chi per insicurezza, chi per troppa sicurezza, chi per arroganza, chi per incompetenza...
E mi sembra che non ci siano più persone che riescano a portare avanti il lavoro assegnato loro senza lasciarsi coinvolgere da invidie, voglia di prevaricare, giochetti dello scarica-barile e chi più ne ha più ne metta.
Per non parlare delle raccomandazioni! Che io tra l'altro non condanno a priori, pur non avendone mai usufruito! Se un ragazzo viene "consigliato" ad un datore di lavoro, ben venga, se poi si impegna per dimostrare che non è solo "raccomandato".
E' quando queste segnalazioni diventano dei pesi che la situazione si fa difficile, non solo per la produzione, ma anche per i rapporti interpersonali che si creano, che sono a mio avviso la base di qualsiasi struttura, familiare, lavorativa, sociale...
Che amarezza avere già questi pensieri a 29 anni e appena 10 anni di lavoro alle spalle.
Dalle esperienze di altri mi pare di capire che è una problematica tipicamente italiana. A questo punto forse conviene augurarselo, con la speranza di riuscire, un giorno a trovare il coraggio di fare un salto altrove.

lunedì 7 marzo 2011

DONNE IN RINASCITA di Jack Folla


Più dei tramonti , più del volo di un uccello,
la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita.

Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta.

Che uno dice: è finita.

No, non è mai finita per una donna.

Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole.

Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina anti-uomo che ti fa la morte o la malattia.

Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola.

Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare.

Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai.

E sei tu che lo fai durare.

Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno s'infiltri nella tua vita.

Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri come un cane.

Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.

Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa.

Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre: "Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così".

E il cielo si abbassa di un altro palmo.

Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasqua.
In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima ed è passato tanto tempo, e ne hai buttata talmente tanta di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio perché non sai più chi sei diventata.

Comunque sia andata, ora sei qui e so che c'è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento.

Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine.

Ed è stata crisi, e hai pianto.
Dio quanto piangete!
Avete una sorgente d'acqua nello stomaco.

Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino.

Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.

E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l'aria buia ti asciugasse le guance?

E poi hai scavato, hai parlato, quanto parlate, ragazze!
Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore.

"Perché faccio così? Com'è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse pazza?"
Se lo sono chiesto tutte.

E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli. Un puzzle
inestricabile.
Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi?

E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai.

Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.

Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova te.

Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa.
Non puoi più essere quella di prima. Prima della ruspa.

Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente.
Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è come un diesel.
Parte piano, bisogna insistere.
Ma quando va, va in corsa.

E' un'avventura, ricostruire se stesse. La più grande.

Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli.

Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo.

Perché tutti devono capire e vedere: "Attenti: il cantiere è aperto, stiamo lavorando anche per voi.

Ma soprattutto per noi stesse".

Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia.
Per chi la incontra e per se stessa.

È la primavera a novembre.

Quando meno te l'aspetti...

martedì 22 febbraio 2011

Frequenze della mente

Oggi ho parlato a lungo con un'amica, un'amica che quando ho avuto modo di frequentare non ho potuto conoscere davvero.
Le circostanze all'epoca non permettevano molte parole, ma gli sguardi e i sospiri dicevano anche di più.
Dicevano cose che in seguito hanno lasciato le porte aperte alla curiosità.
Abbiamo parlato di amore, famiglia, sport, vacanze, lavoro... ecco, tanto abbiamo parlato di lavoro. Quel lavoro che ci ha diviso e ora ci riunisce fra sfoghi e confessioni.
Magari non saremo mai "amiche per la pelle", di quelle che stanno sempre insieme e condividono tutto...
Siamo diverse, come il nostro passato e il nostro futuro.
Ma oggi ci siamo trovate sullo stesso pezzetto di strada, proprio lì, sulla stessa lunghezza d'onda...

sabato 19 febbraio 2011

Crack!


Sarà che in questo periodo non ho molto tempo libero e quel poco che ho non voglio sprecarlo con chi non lo merita, sarà che sto vivendo un periodo di grazia e mi piacerebbe condividerlo con chi dico io, sarà che all’avvicinarsi dei 30 non sei più disposto a sacrificarti in gesti e frasi di cortesia… O forse sarà per il sole, che si è fatto spazio, prepotente, nelle nostre giornate, che ho tanta voglia di tagliare via i rami secchi…
Non so se è giusto, nessuno lo può sapere veramente. In fin dei conti non conosciamo neanche noi stessi, figuriamoci se possiamo mettere una croce su qualcuno senza che il minimo dubbio rimanga in un angolino nascosto della nostra testa…
Però… se dai acqua ad un albero per tante e tante primavere senza veder mai sbocciare un fiore sui suoi rami, forse se lo tagli di netto non hai poi tutti i torti!

domenica 30 gennaio 2011

Essenzialità visibile

Era un bel pò che non riuscivo a trovare del tempo per fermarmi a pensare da queste parti...
Non sempre si riesce a dare forma alle emozioni, a volte bisogna assaporarle e metabolizzarle in silenzio per capirle.
Dopo desideri, speranze e attese è arrivata alla fine anche la presa di coscienza di ciò che in realtà è davvero importante. E una volta che questa consapevolezza si è fatta largo fra idee radicate e tradizioni, proprio a queste ha potuto lasciare spazio per vestire la sostanza di qualche lustrino.
E' stato un periodo pieno zeppo di cose da fare, dire e sentire... Ma troppe devo ancora farne, dirne e sentirne...
Ma credo e spero, come il nostro Liga, che "il meglio deve ancora venire".

(Perdonerete il congiuntivo omesso ;-))