giovedì 31 marzo 2011

Si stava meglio quando si stava peggio...

Che il mondo del lavoro fosse duro, l'ho sempre saputo. Per carità, nessuno vuole che lo stipendio gli venga letteralmente regalato il 27 con un bel fiocco (o forse qualcuno si!), però ogni giorno che passa mi rendo conto di quanti ostacoli ci siano. E purtroppo si tratta di ostacoli mentali, nulla di oggettivo.
Non ci sono i soldi per quel progetto e occorre trovarli? Ok, ci si ingegna e si fa!
Dobbiamo convincere un cliente a collaborare con noi? Si studia la concorrenza e si riesce!
Ma quando i problemi sorgono all'interno della squadra... a quel punto non c'è forza di volontà che tenga.
Sono solo io che non conosco nessuno che possa definire sereno il proprio ambiente lavorativo? Eppure basterebbe così poco... un pò di collaborazione, un pò di lealtà, un pò di umiltà... e la motivazione, che forse verrebbe da sé.
Invece mi sembra che si spendano più energie a cercare di non farsi fregare dal vicino di scrivania o a rispondere con astuzia alla mail del capo che vuole addossarci una colpa non nostra che a fare davvero bene il lavoro per cui ci alziamo ogni mattina presto e torniamo distrutti a casa la sera. Che spreco!
Mi sembra non ci siano più persone in grado di fare il "capo". Chi per insicurezza, chi per troppa sicurezza, chi per arroganza, chi per incompetenza...
E mi sembra che non ci siano più persone che riescano a portare avanti il lavoro assegnato loro senza lasciarsi coinvolgere da invidie, voglia di prevaricare, giochetti dello scarica-barile e chi più ne ha più ne metta.
Per non parlare delle raccomandazioni! Che io tra l'altro non condanno a priori, pur non avendone mai usufruito! Se un ragazzo viene "consigliato" ad un datore di lavoro, ben venga, se poi si impegna per dimostrare che non è solo "raccomandato".
E' quando queste segnalazioni diventano dei pesi che la situazione si fa difficile, non solo per la produzione, ma anche per i rapporti interpersonali che si creano, che sono a mio avviso la base di qualsiasi struttura, familiare, lavorativa, sociale...
Che amarezza avere già questi pensieri a 29 anni e appena 10 anni di lavoro alle spalle.
Dalle esperienze di altri mi pare di capire che è una problematica tipicamente italiana. A questo punto forse conviene augurarselo, con la speranza di riuscire, un giorno a trovare il coraggio di fare un salto altrove.

2 commenti:

  1. Concordo, purtroppo gente seria che lavora ce n'è rimasta poca.

    Un bacione e buon venerdì!

    RispondiElimina