martedì 23 febbraio 2010

If the voice is a musical instrument, hers is a Stradivarius - Time Magazine


Quando si riceve un dono così grande non lo si può sprecare...

Una voce come la sua può raccontare qualsiasi storia, qualsiasi emozione, qualsiasi pensiero...
Ti fa ballare, ti fa sognare, ti fa piangere...
Se decide di tornare sul serio, non c'è storia per nessun'altra!

Forza Whitney, torna a darci i brividi...


In vendita online sul sito TicketOne.it i biglietti per le date italiane di Whitney Houston:
3 maggio - Mediolanum Forum di Assago
4 maggio - Palalottomatica di Roma

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venerdì 19 febbraio 2010

Dall’altra parte della cornetta


Avete mai ricevuto delle telefonate promozionali? Si, quelle che arrivano più o meno sempre all’ora di cena o comunque nei momenti meno opportuni… Quelle in cui nel primo minuto non capisci mai cosa, come, dove o perché…
Quanto odiate la vocina priva di espressione dall’altra parte del filo che, prendendola larga, con voli pindarici, vi vuole convincere ad acquistare qualcosa? Ecco, più o meno quanto vi odia lei, la vocina…
Il lavoro dell’operatore telefonico è uno di quelli che vivi con angoscia nel presente e ricordi con un sorriso quando ormai fanno parte del passato… Perché ne senti di tutti i colori, di cotte e di crude, delle belle e chi più ne ha più ne metta…
Tu, sola/o, con un perfetto sconosciuto che non sa né chi sei, né che vuoi e soprattutto non ha alcuna intenzione di scoprirlo… E cosa ancora peggiore… si sta facendo i cavoli suoi a casa sua!
Guardate che è tosta…
Quando arriva il fatidico “pronto”, parti col miglior buongiorno che sai tirar fuori già con la consapevolezza di non riuscire a leggere fino alla fine quel maledetto foglietto che ti hanno messo davanti senza troppe spiegazioni…
E a quel punto, via con tutte le risposte più disparate:
- Chi vi ha dato il mio numero (la maggior parte è sull’elenco o c’è stato in passato);
- Voi chiamate sempre quando la gente sta mangiando (se chiamo prima non ti trovo);
- Sto apposto così, grazie (gradisce un dessert?);
- Non avete altro di meglio da fare? (secondo te, se avessi trovato un lavoro più gratificante e remunerativo, sceglievo di passare ore a chiacchierare con gente intelligente come te?);
- Non le faccio perdere tempo, non mi interessa (sintetica e, vi assicuro, apprezzabile);
- Guardi, non voglio essere maleducata/o, perché so che per voi giovani è un momento difficile e purtroppo se volete lavorare dovete fare questo, però non mi interessa, mi dispiace, buon lavoro (dimmi dove abiti che ti mando una scatola di cioccolatini).

Detto questo, se ricevete una chiamata da un operatore call center che vi urta il sistema nervoso a priori, pensate che per lui è lo stesso e che, tutto sommato, andate già d’accordo!

mercoledì 10 febbraio 2010

Tutti festeggiamo il 14 febbraio... ma sappiamo perchè?


San Valentino nacque a Terni nell'anno 176 circa. Conosciuto da tutti come patrono degli innamorati, fu vescovo e martire cristiano. E' venerato come santo dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa e solo successivamente da quella Chiesa anglicana. Il santo è conosciuto anche come San Valentino da Interamna o San Valentino da Terni.

Convertito al cristianesimo venne ordinato vescovo da San Feliciano di Foligno nell'anno 197. Nell'anno 270 Valentino si trovava a Roma per predicare il Vangelo e convertire i pagani. Egli fu arrestato e condotto al cospetto dell'Imperatore Claudio, che cercò di indurlo a rinnegare la propria fede e ad adorare gli dei pagani. Valentino confutò tutte le obiezioni dell'imperatore, che pur non convertendosi rispettò il Santo, concedendogli la grazia e affidandolo ad una nobile famiglia romana.
La figlia del nobile aveva perduto la vista, ma Valentino compì un prodigio e le ridonò la luce. Quest'atto miracoloso indusse la famiglia della fanciulla a convertirsi al Cristianesimo, e molti altri romani seguirono il suo esempio.
Valentino venne arrestato una seconda volta sotto il regno dell'imperatore Aureliano, succeduto a Claudio II il Gotico.
L'impero proseguiva nelle sue persecuzioni contro i cristiani e contro i vertici della Chiesa di Roma. La popolarità di Valentino stava crescendo, così venne arrestato per la terza volta: i soldati romani lo catturano e per flagellarlo lo portano fuori città lungo la via Flaminia, temendo che la popolazione potesse insorgere in sua difesa. Valentino morì decapitato il 14 febbraio dell'anno 273 per mano del soldato romano Furius Placidus.

Valentino in vita ebbe molto a cuore il destino degli innamorati, che in lui trovarono sempre un consigliere fidato ed un amico sincero.

La festa di San Valentino risale a circa due secoli dopo la morte di Valentino, nel 496, quando papa Gelasio I decise di sostituire alla festività pagana della fertilità una festa ispirata al messaggio d'amore diffuso dall'opera del santo.
Tale festa ricorre annualmente il 14 febbraio ed è oggigiorno conosciuta e festeggiata in tutto il mondo.

Le reliquie del santo si trovano oggi nella sua città natale, a Terni, sulla collina presso la Basilica di San Valentino, custodite in una teca; accanto alla teca una statua d'argento reca la scritta: San Valentino patrono dell'amore. Pare che tali reliquie siano state portate nella città da Cratone, Apollonio Efebo e Procuro - tre discepoli del filosofo convertiti dal futuro santo e che sarebbero stati martirizzati per aver trafugato le spoglie dalle mani dei mori o dei barbareschi.
La città di Terni nel mese di febbraio rende omaggio a San Valentino con una serie di appuntamenti culturali, riflessivi, di festa, ma anche liturgici volti a mantenere sia la dimensione religiosa delle celebrazioni del Santo, sia quella civile delle iniziative ispirate alla sua forza evocativa.

Diverse e sono le leggende che circondano la vita di San Valentino.

L'amore sublime
Un centurione romano pagano di nome Sabino s'innamorò di Serapia, una giovane cristiana di Terni. Egli si recò dai suoi genitori, per chiederla in sposa, ma loro rifiutarono a causa della sua religione. Serapia, a sua volta innamorata del giovane romano, lo invitò a recarsi da Valentino. Sabino seguì i suggerimenti dell'amata e ricevette il battesimo dal Santo.
Fu allora che Serapia si ammalò di tubercolosi. I giorni passavano e la giovane non migliorava; fu deciso quindi di chiamare Valentino al suo capezzale. Sabino pregò il Santo, dicendogli che non avrebbe potuto vivere senza la sua compagna. Accogliendo la disperazione del giovane, Valentino levò le sue preghiere al Signore, ed i due giovani lasciarono la vita terrena, per vivere insieme nell'eternità.

La rosa della riconciliazione
Passeggiando per il suo giardino, Valentino un giorno udì due fidanzati litigare. Invitando i due ragazzi alla ragione, egli porse loro una rosa affinché la stringessero facendo attenzione a non pungersi con le spine e pregando perché il loro amore fosse eterno. I due giovani si riconciliarono immediatamente e dopo non molto tempo, si recarono nuovamente dal Santo per celebrare il matrimonio ed invocare la sua benedizione. Un'altra versione di questa storia narra che il santo sia riuscito ad ispirare amore ai due giovani facendo volare intorno a loro un grande numero di coppie di piccioni, i quali si scambiavano dolci effusioni di affetto; qualcuno pensa che l'espressione "piccioncini" - che indica due teneri innamorati - possa derivare da questo episodio.

I bambini
Il giardino della casa di San Valentino era un luogo di gioia ed amore, dove spesso gli abitanti della città di Terni si recavano, per ricevere i preziosi consigli del santo.
Particolari ed abituali frequentatori del giardino erano i bambini della zona, che lì si recavano per giocare. Valentino, rallegrandosi della loro spensieratezza e della loro purezza, spesso si fermava ad osservarli, soprattutto per essere certo che non corressero pericolo alcuno.
Quando il sole iniziava a tramontare, egli si recava tra loro e a ciascuno regalava un fiore, che i bambini avrebbero dovuto portare alle loro mamme. Un piccolo stratagemma, per essere certo che i fanciulli si dirigessero subito a casa, senza far troppo tardi!

Una storia narra, infine, che Valentino, quando stava per essere decapitato, salutò la giovane cui era teneramente legato (la figlia del nobile cui era stato affidato dall'Imperatore Claudio e alla quale aveva ridato la vista), con un messaggio d'addio che si chiudeva con le parole "dal tuo Valentino".

lunedì 8 febbraio 2010

Chi è libero?

Qualche giorno fa, mentre facevo due passi per il centro con la mia collega durante i nostri 30 minuti di pausa pranzo, ho visto una donna seduta in terra, con la schiena contro il muro di un palazzo, le gambe rilassate in avanti, che leggeva un libro. Davanti a sé aveva una scatolina di cartone con qualche spiccio e la scritta “un aiuto”.
Questa scena mi ha colpito. Aveva un'aria serena, sembrava molto più riposata di me e della mia collega, nonostante il freddo, la posizione poco confortevole e gli anni in più. Guardandola, una parola mi è venuta in mente: LIBERTA'.
Chi è più libera, lei o io? Lei, che non ha doveri, non ha vincoli, può andare dove vuole ogni giorno e non fare ciò che non le piace? O io, che ho la mia sveglia da anni sempre alla stessa ora, le responsabilità che non sento di lasciare, un tetto sicuro sopra la testa, la possibilità di mangiare, indossare e comprare ciò che preferisco? Bisognerebbe chiedersi cos’è davvero la libertà, ma non è semplice darsi una risposta…

Così ho provato a buttare giù una lista di pro e contro...

PRO
Ogni giorno ha una nuova casa
Non deve affaticarsi a fare le faccende domestiche
Non ha un capo che le impartisce ordini
Se ne sta seduta a guardare mentre tutti corrono con frenesia
Ogni nuova giornata è una sorpresa
Non raccoglie invidie
Non deve fare i conti alla fine del mese
……

CONTRO
Non ha un luogo in cui rifugiarsi e sentirsi protetta
Non può prendersi dei momenti di meritato riposo
Non può conoscere la soddisfazione per aver portato a termine un duro compito.
A volte, forse, vorrebbe avere un motivo per correre lasciando indietro la noia.
Ogni giorno è vissuto nell’incertezza
Molte delle sue relazioni nascono dalla solitudine
In una società in cui tutto ha un prezzo, è limitata nelle scelte dall’insufficienza economica
……

Si potrebbe andare avanti a lungo cercando i lati positivi di ciascuna delle due situazioni ed il loro esatto contrario...
Forse la libertà sta nel fare una scelta, magari quella a noi più congeniale, e poi prendersi onori e oneri... I primi ci fanno credere di aver intrapreso la strada giusta, i secondi ci portano ad invidiare chi ha preso decisioni opposte... ma poi basta una piccola soddisfazione che torniamo ad essere sicuri di noi stessi... è una ruota... un circolo dal quale non si può uscire...